Da tempo ormai stiamo assistendo ai lavori di riqualificazione (manutenzione) della piazza S. Marco a Maderno.
E’ passato quasi un anno da quando l’amministrazione, dopo una prima fase di lavori condotti con una discutibile gestione di tempi e comunicazione, rassicurava i cittadini che a primavera 2023 avrebbero finalmente potuto godere di un “salotto” fruibile e rinnovato.
Ad oggi, marzo 2023, assistiamo con rammarico ad un cantiere che, oltre ad essere terribilmente in ritardo sulle tempistiche, appare disordinato e poco organizzato, con pavimentazioni rimosse per correggere grossolani errori in corso d’opera, imprecisioni nella posa degli elementi ed un impietoso cartello di cantiere che riporta data di consegna a dicembre 2022.
Se è pur vero che, come rimarcato dalla giunta nel pronto comunicato di giustificazione di questi giorni, le responsabilità non sono solo da cercare in Comune, considerando la particolare congiuntura di questi tempi che ha visto costi lievitati e problematiche legate ad appalti e contratti in genere, è altrettanto vero che la gestione poco attenta dell’intera situazione, oltre a creare disagi ai cittadini, mette in seria difficoltà chi in Piazza ci lavora, conduce un’attività e contribuisce a trasmettere l’immagine del nostro paese a turisti e visitatori.
L’ambizione dell’amministrazione comunale di voler portare una parvenza di lavoro “finito” entro maggio, dando una continuità ai camminamenti da Via Garibaldi ai portici del Bar Centrale, l’ha di fatto posta nella condizione di dover accettare tempi e qualità del lavoro spesso discutibili, oltre ad aumentare i disagi di operatori e cittadini. Inoltre l’esigenza detta a mezza bocca di dover riprendere i lavori nelle stesse aree per rimuovere la pavimentazione provvisoria in corrispondenza dei plateatici delle attività ci prospetta una nuova turnata di cantieri nel prossimo futuro ed il rischio più che concreto di trascorrere un’altra estate con cartelli, recinzioni e toppe in asfalto.
Un lavoro più ponderato e suddiviso in fasi meno ambiziose principalmente avrebbe permesso di imporre uno standard di qualità sicuramente migliore alle finiture ed ai i camminamenti, in secondo luogo avrebbe causato disagi soltanto ed una/due attività per volta e per un periodo di tempo limitato, consentendone il regolare esercizio. Allo stesso tempo, il lavoro (importante e necessario, va detto) sui sotto-servizi avrebbe potuto essere condotto in modo puntuale, un fabbricato per volta, senza dover per forza rimuovere centinaia di metri quadri di pavimentazione esistente in un’unica soluzione.
Per concludere, un ultimo punto che ci sta molto a cuore: se in questa disamina non si vogliono sollevare rilievi su finiture e scelte progettuali che, per definizione, spettano ai progettisti ed all’amministrazione – e delle quali l’amministrazione stessa, politicamente, nel bene o nel male, renderà conto – non possiamo non riflettere sulla filosofia del progetto nella sua interezza, così come presentato ai cittadini.
Stiamo assistendo ad una manutenzione necessaria di una piazza che riportava finiture e sotto-servizi ormai obsoleti, ma che presenta anche altre problematiche oggettive di carattere urbanistico e viabilistico, come le immissioni sul lato lungolago, gli attraversamenti pedonali e l’accesso pericoloso sul lato Banca popolare di Sondrio. La nostra visione di un progetto organico e ponderato, che giustifichi un investimento importante nell’ordine dei milioni di euro, non può limitarsi ad un semplice rifacimento delle pavimentazioni.
L’opera pubblica, così come la intendiamo, è uno strumento che deve avere molteplici “significati”: migliorare la qualità urbana, risolvere i problemi reali dei cittadini, aprire nuove possibilità ad imprese ed attività e, non da ultimo, essere di sicuro e concreto apporto alla qualità della vita di tutti i giorni.